app-riconoscimento-facciale-usata-dalla-fbi
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app-riconoscimento-facciale-usata-dalla-fbi . E’ recente la notizia che parla di Clearview AI.
Clearview.ai è un’ app-riconoscimento-facciale-usata-dalla-fbi . In America infatti, per sconfiggere il crimine,
è recente l’utilizzo di un’applicazione sviluppata da una start-up. La polizia di New York (e prima la polizia dell’Indiana) ha fatto uso della tecnologia informatica di intelligenza artificiale.
Questo strumento permette in poco tempo di ottenere una serie di informazioni scannerizzando il volto di una persona. Attraverso Clearview.ai è possibile cercare qualunque altra foto presente su internet dell’interessato.
Inoltre tramite il riconoscimento facciale, si può risalire ad informazioni private come indirizzo, nome, cognome, data di nascita e tutto ciò che è accessibile attraverso la rete. Tutte questi dati vengono attinti specialmente dai social network.
La polizia dell’Indiana è stata la prima ad utilizzare Clearview AI. Un uomo aveva sparato ed ucciso un altro uomo in un parco. Le telecamere di videoserverglianza avevano ripreso l’accaduto ed il criminale. Tuttavia l’omicida era incensurato, e non aveva patente o documenti per risalire al suo profilo.
app-riconoscimento-facciale-usata-dalla-fbi ha permesso di identificare il colpevole che non era nei database della polizia. La stessa polizia ha dichiarato che senza l’ app-riconoscimento-facciale-usata-dalla-fbi non avrebbe mai trovato il colpevole.
Negli ultimi tempi si è discusso sulla “pervasività” dello strumento riconoscimento facciale e sulla violazione della privacy.
La tendenza in tutto il mondo è quella di poter “oltrepassare” i vincoli della privacy per perseguire reati. Cosi come negli USA, anche in Italia le forze dell’ordine possono utilizzare “informazioni private” per contrastere un reato. Dall’altro le nuove normative del GDPR dimostrano la grande attenzione alla tutela di queste informazioni tra aziende o tra privati.
L’esigenza di dare un nuovo quadro normativo all’intero comparto, sta spingendo l’UE a bandire per circa 5 anni ogni progetto sul tema “riconoscimento facciale” utilizzato nei luoghi pubblici.
Secondo Routers e Politicom.com, la Commissione Europea sta varando un documento in cu si sottolineano le linee da seguire per regolamentare ulteriormente la privacy e per l’utilizzo del riconoscimento facciale. In quest’ottica rientra un divieto temporaneo a progetti software di riconoscimento facciale. Durante questo divieto la Commissione Europea vuole studiare impatti e possibili misure per gestire i rischi dell’utilizzo di questa tenocnologia.
Oltre al divieto per sviluppatori e utenti di impiegarsi in tali progetti, il documento guida indica che ogni paese della Commissione Europea dovrebbe nominare una Autorità che monitori le nuove norme.
Il Commissario Europeo Antitrust Margrethe Vestager dovrebbe a breve presentare la proposta definitiva.
Sistemi software di riconoscimento facciale, immagini e voce rientra nel ramo informatico chiamato “Deep Learning”(app-riconoscimento-facciale-usata-dalla-fbi). A sua volta si tratta di una branca del “Data Science”.
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